sabato 17 luglio 2010

Firmate se condividete....

Car* tutt*,
di sotto il testo dell'appello NON C'E` POSTO PER TE, indirizzato a
ricercatori, professori, personale TA, studenti che hanno a cuore
l'Università e il suo, nostro, futuro.
Chi volesse firmarlo può collegarsi al sito:
http://www.petitiononline.com/univit15/petition.html

NON C'E` POSTO PER TE
To: Ricercatori, professori, personale TA, studenti dell'università italiana

Appello a ricercatori, professori, personale TA, studenti che hanno a
cuore l'Università e il suo, nostro, futuro.


In data 8 luglio 2010 la CRUI (che, lo ricordiamo, altro non dovrebbe
essere che una libera associazione privata, priva di qualsiasi ruolo o
funzione istituzionali) ha votato all'unanimità una mozione
(http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1916) in cui, intervenendo sul
DDL 1905 in imminente discussione parlamentare, delinea le sue
proposte in materia di riforma dell'ordinamento e del reclutamento
universitari.

Come precari della ricerca, interessati al futuro dell'università e
non solo alle nostre prospettive lavorative, intendiamo rendere
pubblici la nostra interpretazione e il nostro giudizio sulla mozione,
non dimentichi della straordinaria protesta che i ricercatori stanno
portando avanti da mesi per una riforma seria e lungimirante
dell'università.

Ci preme infatti denunciare come la mozione pretenda di favorire
promozioni interne a totale scapito del reclutamento. Se tali proposte
venissero accolte, gli effetti sul futuro nemmeno tanto lontano
dell'università sarebbero certamente nefasti: invecchiamento del corpo
docente, perdita di competitività della ricerca (basata, lo
ricordiamo, anche sul lavoro di molti precari), fuga di cervelli e
quindi di finanziamenti, in parole povere la notte dell'università
italiana.

In dettaglio, vista la dichiarata scarsità di fondi ordinari attuale e
futura, ci pare che i punti salienti (aumento delle quote per
promozioni interne, 2000 passaggi RU->PA all'anno e chiamate a
professore aggregato) avrebbero questi effetti:

1) L'azzeramento della prospettiva di reclutamento di nuove leve per i
prossimi 10 anni, che avrebbe pesantissime conseguenze per i giovani
ma anche per le migliaia di precari meritevoli che hanno pagato e
continuano a pagare una gestione dell'università unicamente rivolta ad
abbassare il costo del lavoro di chi è in posizione più debole
(precari della ricerca, TA, ricercatori). Inoltre, indipendentemente
dall'aspetto sociale, vogliamo notare che il taglio di una componente
vitale e creativa del personale didattico e di ricerca non può che
arrecare un danno anche all'università stessa.

2) Allo stesso tempo, le proposte di progressione preferenziale, che
nei fatti si configurano come una vera ope legis, interesserebbero
soprattutto i ricercatori più anziani per i quali il costo di una
promozione è nullo o limitato. Ancora una volta con grave danno per i
ricercatori più giovani e in maniera del tutto indipendente dal
merito. Ed è chiaro che una mortificazione del merito anche tra i
ricercatori finirebbe per tradursi in un ulteriore colpo al sistema
universitario.

3) In questo quadro, anche le garanzie richieste per i contratti di
tenure track (che nel DDL attuale andrebbe più propriamente chiamata
tenure trash) appaiono del tutto demagogiche, dal momento che i pochi
fondi per bandire tali posizioni saranno largamente fagocitati dalle
progressioni di cui sopra.

Lascia allibiti lo smaccato tentativo di barattare il futuro
dell'università per un "piatto di lenticchie" da offrire ai
ricercatori, nella speranza che questo sia sufficiente a far partire
il prossimo anno accademico; piatto di lenticchie, tra l'altro,
probabilmente virtuale in quanto è del tutto dubbio che i posti
promessi arriveranno realmente anche in caso di approvazione della
richiesta. Ricordiamo, a chi la avesse dimenticata, la tragicomica
vicenda del reclutamento Mussi, che ha di fatto sostituito il
reclutamento ordinario ed è stato affossato dai tagli e dai ritardi
governativi.

Ovviamente, se da una parte è giusto che l'università recluti e paghi
i docenti di cui ha bisogno, ci rifiutiamo di assistere passivi allo
spettacolo di un'Italia miope, capace solo di pensare riforme a totale
carico delle generazioni future.

Per i motivi fin qui esposti

- stigmatizziamo l'iniziativa della CRUI come tendenziosa e incurante
del futuro dell'università, iniziativa NON DEGNA di una categoria,
quella dei rettori, che dovrebbe lavorare per l'interesse del nostro
sistema accademico; piuttosto che lasciarsi sedurre dalla prospettiva
degli smisurati poteri, al di fuori di ogni controllo terzo, che
sarebbero loro concessi, essi farebbero bene ad interrompere la
monotona litania di appelli per l'approvazione del ddl Gelmini e
seguire l'esempio dei loro ben più coraggiosi predecessori che appena
pochi anni fa minacciarono di dimettersi in blocco per tagli e
provvedimenti che appaiono una miserevole quisquilia rispetto a ciò
che il governo ha fatto e intende ancora fare;

- ci auguriamo che le componenti accademiche non si prestino a questo
patetico gioco volto solo a sedare la protesta dei RTI, introducendo
una corsia preferenziale e rendendosi così carnefici al tempo stesso
dell'università e di due generazioni di ricercatori;

- ribadiamo la nostra SOLIDARIETA` ALLA PROTESTA dei ricercatori,
riconoscendoci nei punti avanzati nel documento del 29 Aprile;

e aggiungiamo:

- che la drammatica situazione dei precari della ricerca e delle
attività di ricerca nelle università richiede una soluzione
individuabile solo in un RECLUTAMENTO STRAORDINARIO DI EMERGENZA, IN
TERMINI DI CONCORSI, da finanziare adeguatamente;

- che questo può e deve avvenire nel contesto del ruolo unico in tre
livelli proposto dalla rete 29 Aprile, in modo da non mettere in
conflitto le diverse componenti del mondo della ricerca;

- che le risorse potrebbero e dovrebbero essere trovate mediante la
riduzione a 65 ANNI dell'età pensionabile di tutti i docenti
universitari con riutilizzo, senza alcun vincolo sul turnover, del
budget reso disponibile per il reclutamento di nuovo personale;

- che è necessario adeguare le condizioni di lavoro dei precari
dell'università a standard civili, come prescritto dalla Carta Europea
dei Ricercatori, iniziando per esempio dal riconoscimento di un
trattamento previdenziale e retributivo equiparato ai lavoratori
strutturati.

Manifestiamo infine la nostra disponibilità ad un'assemblea di tutte
le componenti coinvolte nella protesta, da tenersi dopo l'estate, con
particolare riguardo a:

1) azioni per scongiurare la sostituzione dei ricercatori
indisponibili da parte di precari ed esterni;

2) azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento verso gli studenti in
vista dei disagi che dovranno sopportare. Il presente documento è
rivolto a tutte quelle componenti del mondo universitario e della
società consapevoli dei reali bisogni dell'università, e delle
conseguenze nefaste di proposte quali quella della CRUI.



Invitiamo tutte le realtà di precari costituitesi spontaneamente nelle
varie sedi locali a trovare luoghi comuni di discussione e, a questo
fine, mettiamo a disposizione di tutti la mailing list
"ricercatoriprecari-dibattito+subscribe@googlegroups.com".

Infine annunciamo un preliminare incontro nazionale, che intendiamo
tenere nei prossimi giorni, al fine di promuovere un coordinamento
dell'azione dei precari dell'università e programmare iniziative di
protesta e mobilitazione in vista dei mesi autunnali. Al fianco dei
ricercatori e degli studenti.