venerdì 28 gennaio 2011
La riforma Gelmini: niente università al sud e niente materie umanistiche
NOMINATO L'ANVUR: 7 SCIENZIATI DEL CENTRO E DEL NORD
La riforma Gelmini: niente università al sud e niente materie umanistiche
ROMA - Ad ulteriore conferma di quanto si sapeva, arrivano le nomine, fatte dal Consiglio dei Ministri, dell'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). E' un organo formato da sette professori universitari: due economisti (Fiorella Kostoris e Andrea Bonaccorsi), una sociologa (Luisa Ribolzi), un genetista (Novelli), un veterinario (Massimo Castagnaro), un fisico (Stefano Fantoni) e un ingegnere (Sergio Benedetto). Come si può notare, si tratta di tutti appartenenti a facoltà scientifiche, e tutti di università del centro o del nord dell'Italia. Una chiara scelta, quindi; a meno che non si voglia raccontare che a sud di Roma non c'è neanche un professore degno di far parte di quest'organo o che non ce ne siano nella facoltà umanistiche. Perchè è evidente che questa sarebbe una sciocchezza colossale. Ovvio che non tutti i professori universitari siano di pari livello, ma le eccellenze e gli incapaci sono disseminati più o meno ovunque.
La cosa preoccupa coloro che si occupano delle materie umanistiche: e se l'Anvur applicasse dei criteri di valutazione che hanno senso per le materie scientifiche ma non per quelle umanistiche? Si rischierebbero seri problemi, dato che, secondo la riforma Gelmini, ci sono sanzioni per università ed insegnanti che non rispecchiano i suddetti criteri. E poi, abituati alle ben finanziate università del nord Italia, i criteri saranno applicabili nelle ben più povere università meridionali? Tutte domande alle quali rispondere fa paura
di Antonio Rispoli
La riforma Gelmini: niente università al sud e niente materie umanistiche
ROMA - Ad ulteriore conferma di quanto si sapeva, arrivano le nomine, fatte dal Consiglio dei Ministri, dell'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). E' un organo formato da sette professori universitari: due economisti (Fiorella Kostoris e Andrea Bonaccorsi), una sociologa (Luisa Ribolzi), un genetista (Novelli), un veterinario (Massimo Castagnaro), un fisico (Stefano Fantoni) e un ingegnere (Sergio Benedetto). Come si può notare, si tratta di tutti appartenenti a facoltà scientifiche, e tutti di università del centro o del nord dell'Italia. Una chiara scelta, quindi; a meno che non si voglia raccontare che a sud di Roma non c'è neanche un professore degno di far parte di quest'organo o che non ce ne siano nella facoltà umanistiche. Perchè è evidente che questa sarebbe una sciocchezza colossale. Ovvio che non tutti i professori universitari siano di pari livello, ma le eccellenze e gli incapaci sono disseminati più o meno ovunque.
La cosa preoccupa coloro che si occupano delle materie umanistiche: e se l'Anvur applicasse dei criteri di valutazione che hanno senso per le materie scientifiche ma non per quelle umanistiche? Si rischierebbero seri problemi, dato che, secondo la riforma Gelmini, ci sono sanzioni per università ed insegnanti che non rispecchiano i suddetti criteri. E poi, abituati alle ben finanziate università del nord Italia, i criteri saranno applicabili nelle ben più povere università meridionali? Tutte domande alle quali rispondere fa paura
di Antonio Rispoli