giovedì 21 ottobre 2010
messaggio CPU
*con preghiera di massima diffusione*
COMUNICATO SUI 9000 POSTI
Da giorni i lavoratori precari della ricerca e della docenza delle
università italiane sono costretti a leggere sui giornali, o ad ascoltare
negli spazi informativi televisivi, mistificanti resoconti e commenti sulla
vicenda delle 9.000 posizioni universitarie promesse dal Ministro Gelmini
per agevolare l’approvazione della cosiddetta “riforma universitaria” e per
le quali mancherebbero i fondi. Questa prassi inaccettabile è stata fatta
propria anche da diversi esponenti politici, da ultimo il leader
dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro, nella puntata di “Ballarò” del 19
ottobre 2010.
Vogliamo sottolineare come questi 9.000 posti non sono, nelle intenzioni del
Ministro, destinati all’assunzione di precari, ma a concorsi per posizioni
di professore associato riservati, *de jure* o *de facto*, ad avanzamenti di
carriera di ricercatori universitari già stabilmente assunti a tempo
indeterminato che, dunque, in nessun modo rischiano di perdere il proprio
posto di lavoro.
La promessa di questi 9.000 posti altro non è che un modo per comprare il
consenso di una parte minoritaria dei ricercatori a tempo indeterminato e
non avrebbe alcun effetto sulla situazione di oltre 60.000 precari della
ricerca e della docenza che sono essenziali all'attività quotidiana che si
svolge in tutte le università italiane, spesso subendo il ricatto di
Consigli di Facoltà pronti a barattare false opportunità per il futuro con
prestazioni di lavoro gratuite o sottopagate. Casomai, anzi, la scelta di
dirottare risorse esclusivamente sulle promozioni di chi già occupa
posizioni stabili avrebbe l’effetto di cancellare ogni possibilità di
accesso per i lavoratori precari.
Roma, 21 Ottobre 2010
CPU - Coordinamento nazionale Precari Università
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com
COMUNICATO SUI 9000 POSTI
Da giorni i lavoratori precari della ricerca e della docenza delle
università italiane sono costretti a leggere sui giornali, o ad ascoltare
negli spazi informativi televisivi, mistificanti resoconti e commenti sulla
vicenda delle 9.000 posizioni universitarie promesse dal Ministro Gelmini
per agevolare l’approvazione della cosiddetta “riforma universitaria” e per
le quali mancherebbero i fondi. Questa prassi inaccettabile è stata fatta
propria anche da diversi esponenti politici, da ultimo il leader
dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro, nella puntata di “Ballarò” del 19
ottobre 2010.
Vogliamo sottolineare come questi 9.000 posti non sono, nelle intenzioni del
Ministro, destinati all’assunzione di precari, ma a concorsi per posizioni
di professore associato riservati, *de jure* o *de facto*, ad avanzamenti di
carriera di ricercatori universitari già stabilmente assunti a tempo
indeterminato che, dunque, in nessun modo rischiano di perdere il proprio
posto di lavoro.
La promessa di questi 9.000 posti altro non è che un modo per comprare il
consenso di una parte minoritaria dei ricercatori a tempo indeterminato e
non avrebbe alcun effetto sulla situazione di oltre 60.000 precari della
ricerca e della docenza che sono essenziali all'attività quotidiana che si
svolge in tutte le università italiane, spesso subendo il ricatto di
Consigli di Facoltà pronti a barattare false opportunità per il futuro con
prestazioni di lavoro gratuite o sottopagate. Casomai, anzi, la scelta di
dirottare risorse esclusivamente sulle promozioni di chi già occupa
posizioni stabili avrebbe l’effetto di cancellare ogni possibilità di
accesso per i lavoratori precari.
Roma, 21 Ottobre 2010
CPU - Coordinamento nazionale Precari Università
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com