lunedì 3 maggio 2010
WOW! Si parla di voi! Come vi sembra?
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Cosenza. “È un’iniziativa che ripetiamo sempre con grande piacere, portare gli studenti a fare lezione nel luogo che è oggetto dei loro studi, il teatro. Ma ogni volta, la stessa esperienza si carica di nuovi significati”. Carlo Fanelli, docente di Istituzioni di Teatro, Drammaturgia e Storia del Teatro Italiano all’Università della Calabria, dà forma per il terzo anno consecutivo a questa bella idea di parlare di teatro – nelle sue tante sfaccettature – nella sua sede naturale, che per noi significa il Teatro di Tradizione “Alfonso Rendano”. Particolarmente compiaciuto poi che l’iniziativa nel tempo vada aldilà del corso di laurea specifico coinvolgendo anche studenti di altri corsi. Quest’anno, ad esempio, è il caso degli studenti di Letteratura inglese, seguiti dalla docente Bruna Mancini, che mercoledì 5 maggio, alle 17.00, seguiranno sul palcoscenico del Rendano la lezione dello stesso Fanelli sulla figura della donna nel teatro. Il tema è assolutamente stimolante “Peccato che sia…donna” che – parafrasando la famosa commedia di John Ford e giocando sulla parola ‘peccato’, intesa proprio come reato, laddove per tanti secoli alla donna è stato interdetto il palcoscenico – tratterà delle figure femminili nel teatro, dalla tragedia greca al Manifesto Cyborg di Donna Haraway. Subito dopo, il collega Daniele Vianello, anche lui docente di Istituzioni di teatro e drammaturgia all’UniCal, proseguirà con una lezione sullo spazio scenico nel teatro all’italiana. “Le lezioni sono da intendersi in maniera assolutamente aperta – tiene a precisare il professore Fanelli – anzi invito ad avvicinarsi a questa esperienza, che è anche uno scambio reciproco di riflessioni, quanti hanno un interesse e una passione personali per il teatro. ‘Toccare con gli occhi’ uno spazio dedicato allo spettacolo e calpestare un palcoscenico vero rimane una delle più grandi emozioni per chi il teatro lo vive da spettatore”. E a fine lezione visita guidata alla struttura, accompagnati dalla responsabile Sofia Vetere.
Cosenza. “È un’iniziativa che ripetiamo sempre con grande piacere, portare gli studenti a fare lezione nel luogo che è oggetto dei loro studi, il teatro. Ma ogni volta, la stessa esperienza si carica di nuovi significati”. Carlo Fanelli, docente di Istituzioni di Teatro, Drammaturgia e Storia del Teatro Italiano all’Università della Calabria, dà forma per il terzo anno consecutivo a questa bella idea di parlare di teatro – nelle sue tante sfaccettature – nella sua sede naturale, che per noi significa il Teatro di Tradizione “Alfonso Rendano”. Particolarmente compiaciuto poi che l’iniziativa nel tempo vada aldilà del corso di laurea specifico coinvolgendo anche studenti di altri corsi. Quest’anno, ad esempio, è il caso degli studenti di Letteratura inglese, seguiti dalla docente Bruna Mancini, che mercoledì 5 maggio, alle 17.00, seguiranno sul palcoscenico del Rendano la lezione dello stesso Fanelli sulla figura della donna nel teatro. Il tema è assolutamente stimolante “Peccato che sia…donna” che – parafrasando la famosa commedia di John Ford e giocando sulla parola ‘peccato’, intesa proprio come reato, laddove per tanti secoli alla donna è stato interdetto il palcoscenico – tratterà delle figure femminili nel teatro, dalla tragedia greca al Manifesto Cyborg di Donna Haraway. Subito dopo, il collega Daniele Vianello, anche lui docente di Istituzioni di teatro e drammaturgia all’UniCal, proseguirà con una lezione sullo spazio scenico nel teatro all’italiana. “Le lezioni sono da intendersi in maniera assolutamente aperta – tiene a precisare il professore Fanelli – anzi invito ad avvicinarsi a questa esperienza, che è anche uno scambio reciproco di riflessioni, quanti hanno un interesse e una passione personali per il teatro. ‘Toccare con gli occhi’ uno spazio dedicato allo spettacolo e calpestare un palcoscenico vero rimane una delle più grandi emozioni per chi il teatro lo vive da spettatore”. E a fine lezione visita guidata alla struttura, accompagnati dalla responsabile Sofia Vetere.